La storia

Le origini

La cascina prende il nome dal borgo in cui è situata che compare per la prima volta nel 882 con il nome CAVERINO (o Cauriano). Le prime informazioni dettagliate di Cavriano risalgono all’anno Mille. Tuttavia queste terre furono abitate ben prima di tale data, perché trovandosi sulle rive del fiume Lambro, offrivano alle popolazioni insediate acqua, pesca, navigazione, irrigazione per i campi, selvaggina e legname.

I primi grandi insediamenti nella zona risalgono al 1158, quando l’Imperatore Federico Barbarossa di Svevia, impose ai Comuni dell’Italia settentrionale la propria autorità nel tentativo di tornare al feudalesimo. Alcune città accettarono, altre la respinsero come Milano, Brescia, Genova e Crema. Il Barbarossa le assediò e fece deportare molti Milanesi, dopo aver distrutto e saccheggiato Milano. I cittadini trovarono rifugio nelle campagne di Cavriano e nella vicina Lambrate, ove rimasero per molto tempo. Per sopravvivere agli stenti, la popolazione diventò contadina.  Terminate le invasioni barbariche, molti Milanesi ritornarono in città, mentre molti altri rimasero in campagna.

Dal 1500 al 1700

Tra il 1576 e il 1630 Cavriano fu colpita dalla peste, dovuta alle invasioni Francesi e Spagnole. Carlo Borromeo ordinò di costruire nel borgo delle capanne per ospitare i moribondi in esubero del lazzaretto di Milano.  

Nel 1700 Cavriano aveva già il titolo di Comune autonomo, raggruppando sotto di sé tutti i cascinali circostanti. In fondo alla via Cavriana, seminascosta dal sovrappasso, s’intravedeva il campanile della Chiesa dei Santi Faustino e Giovita all’Ortica, dove si poteva ammirare un affresco, fatto dipingere dai cittadini come intercessione alla Vergine per rientrare in città durante il periodo di Barbarossa. 

Nel 1720 attorno a questa Chiesa, abbondavano i campi e le costruzioni. L’abitato di Cavriano era diviso tra i due possedimenti principali: quelli dei Conti Gorani, ai quali appartenevano la casa e l’osteria d’Ortica e i beni oggi corrispondenti ai civici 51, 54, 55 di via Cavriana con relativi terreni attigui.  L’altro grande fondo apparteneva alle monache di Santa Redegonda, che possedevano: la cascina al n° 60 riservata ad abitazione, il podere di Sant’Ambrogio con attigua Abside Romanica (ex chiesa) del XIV secolo e i terreni circostanti coltivati a vigneti (attualmente corrispondenti al numero civico 38). Un passaggio sotterraneo univa l’ex chiesa romanica al monastero sito poco più avanti (civico 54) e proseguiva fino alla Chiesa dei Santi Faustino e Giovita. Le monache avevano oltre 900 pertiche di terreno che gestirono fino al 1783, quando dovettero metterle all’asta per disposizioni Asburgiche, così le terre di Cavriano furono divise per sempre.  

Dal 1800 ai tempi moderni

Nel 1848 per via Cavriana passò anche Radetzky con la sua armata Austriaca, che devette abbandonare Milano in seguito all’insurrezione delle Cinque Giornate: in quell’occasione gli abitanti di Cascina Cavriano, nascosero i bambini nella legnaia per paura di atti vandalici da parte dei soldati. Nel corso del 1800 dopo le vendite da parte dei Conti Gorani, vi fu un susseguirsi di cambi di proprietari. Successivamente Cavriano orientale andò ai De Vecchi, parte ai Mandriani, mentre la nostra Cascina Cavriano nel 1835 ai Besozzi

Nel 1863 il Dottor Giacomo Besozzi lasciò in eredità la sua porzione di beni all’Ospedale Maggiore – Cà Granda, da qui lo stemma raffigurato sul portico. 

Nel 1967 la Cascina Cavriano fu acquistata dal Comune di Milano assieme ai 24.955 m.q. di fondo agricolo.

Dal 1722 la famiglia Colombo, si tramanda la gestione del fondo, dopo 290 anni di ininterrotta attività agricola e dopo 9 generazioni sono ad oggi fittabili della Cascina Cavriano.

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